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ASC di Scanferlato Antonio franchees Mc Donald’s area Monza e Concorrezzo – Lombardia

1) Nome e ragione sociale dell’impresa: ASC di Scanferlato Antonio franchees per l’area di Monza e Concorrezzo del marchio McDonald’s

2) Ubicazione dell’impresa: 2 punti vendita a Monza: Corso Milano, 19 e Viale Lombardia ,175 20900 Monza (MB); e 1 a Concorezzo: Via Monza, 14 20863 Concorrezzo (MB)

3) Settore di attività: Ristorazione

4) Tipologia di servizi e/o prodotti: Ristorazione moderna/servizio veloce

5) Numero totale di collaboratori: 160 (nei tre punti vendita)

6) Numero totale di collaboratori immigrati: circa 50 dipendenti (il 35% del totale dei dipendenti) di origine straniera; hanno 19 diverse etnie; il 50 % dei manager (22 in tutto) sono di origine straniera; il 60 % sono donne

7) Numero totale di tirocinanti extracurriculari immigrati: 2

8) Numero di tirocini extracurriculari per svantaggiati sociali (SPRAR) eventuali collaboratori rifugiati e/o richiedenti asilo: 12

9) Numero di eventuali tirocinanti rifugiati e/o richiedenti asilo: 12

10) Applicazione di dispositivi/iniziative istituzionali a favore dell’integrazione lavorativa e dello sviluppo professionale dei migranti:

NO

McDonald’s tiene a posizionare il proprio marchio come apolitico.

Tuttavia lascia autonomia ai franchees/licenziatari nella realizzazione di policy e pratiche aziendali che si connettano con la comunità locale o che rispondano ad esigenze della realtà locale. Di conseguenza, le iniziative implementate nei punti vendita McDonald’s di Monza e Concorezzo a favore dell’integrazione e dello sviluppo professionale dei migranti sono frutto di scelte personali del licenziatario, che si definisce una persona molto pratica. Infatti, da un lato ci sono persone che hanno bisogno di lavorare, dall’altro i punti vendita hanno bisogno di lavoratori. Se nel trovare soluzioni a questa esigenza può fare del bene ad altri in modo tangibile e concreto, perché no?

11) Inquadramento delle pratiche di inclusione e valorizzazione lavorative dei migranti in modelli di business e/o strategie competitive socialmente responsabili:

NO

Non rientrano in scelte strategiche del marchio McDonald’s in quanto il marchio considera tutti elegibili come propri dipendenti.

Tuttavia, in accordo con la filosofia e le linee guida McDonald’s, ogni licenziatario deve fare qualcosa per la sua comunità, sia a livello economico che sociale e può scegliere cosa fare.

12) Sviluppo di iniziative in cooperazione con altri soggetti, e/o partecipazione a reti strutturate di collaborazione, per l’integrazione lavorativa e lo sviluppo professionale dei migranti:

SI

Non è stato siglato alcun documento ufficiale, così come neppure nessun accordo quadro. Ma il progetto di inclusione lavorativa e di sviluppo professionale dei migranti è frutto della buona volontà di alcune persone, e della presentazione dell’opportunità di collaborazione da parte del presidente del Consorzio Comunità Monza-Brianza.

Attraverso la collaborazione è stato infatti possibile far fronte a due necessità: 1) Da un lato offrire un’occasione di inclusione lavorativa a migranti, richiedenti asilo e rifugiati; 2) Dall’altro rispondere alla necessità di disponibilità di una forza lavoro professionalizzata che consenta di ridurre i livelli di alto turn-over (ad oggi al 35% nei tre francees McDonald’s di Monza e Concorrezzo). Il sig. Scanferlato nota una maggiore difficoltà a trattenere in ruolo giovani italiani: assunti 10 persone, di cui 6 italiane, è molto probabile che nel giro di poco tempo perda almeno 4 italiani; mentre è molto più probabile che i 4 stranieri assunti rimangano per più tempo. La “necessità lavorativa” incide sulla motivazione e i comportamenti sul lavoro. E oggi il troppo benessere, le famiglie protettive, sono purtroppo fattori che incidono sulla minor motivazione dei giovani ragazzi italiani.

La collaborazione Pubblico-Privato è stato il “key element” del progetto.

Per mostrare le proprie capacità 20 giorni di prova per un apprendista sono troppo pochi, sia per un italiano, sia per uno straniero.

Il progetto attivato con il CCB (che rientra nel “Progetto FAMI/Fra-Noi”) consente l’attivazione di tirocini per i beneficiari SPRAR di Monza e di Desio e per gli ospiti in CAS della durata di 6 mesi. I primi 3 sono sostenuti e sponsorizzati dal consorzio che contribuisce con 400 euro al mese a persona assunta con tirocinio. Se nei primi 3 mesi di tirocinio (di tipo più socializzante che non richiede particolari skill ma consente l’avvicinamento al mondo del lavoro) la persona assunta mostra di avere i requisiti (ad esempio saper vestire la divisa da lavoro, essere puntuali, mostrare professionalità, etc.), si ha la possibilità di estendere il periodo di tirocinio di altri 3 mesi. Questo secondo periodo di tirocinio viene retribuito dall’azienda (con 625 euro al mese a tirocinante). McDonald’s utilizza schede di valutazione mensili; se la valutazione è positiva vi è avanzamento di ruolo; se la valutazione non è positiva, non c’è. Inoltre, se trascorsi i 6 mesi complessivi di tirocinio la persona dimostra di adattarsi all’azienda e più in generale alla cultura italiana, a quel punto gli può essere offerto un posto di lavoro con contratto di apprendistato di 36 mesi. Ovviamente il possesso di un permesso di soggiorno valido è un requisito necessario; ma il consorzio pensa alle pratiche legali. Se il permesso di soggiorno è in scadenza è possibile utilizzare il contratto di tirocinio o di apprendistato per fare una nuova richiesta. Tuttavia la richiesta del permesso di soggiorno può essere “pendente” anche per 1 anno; l’incertezza rispetto alla validità dei propri documenti e del proprio stato legale crea ovviamente insicurezza, sia nella persona, sia nella struttura organizzativa che si impegna nell’attivazione di questo percorso.

13) Azioni/iniziative fondamentali di diversity management a favore dei migranti:

NO

Non sono state attivate particolari azioni formative sul diversity management e/o a favore dei migranti.

Tuttavia, McDonald’s ha programmi di formazione standard – in aula e on the job – rivolti all’acquisizione di competenze per garantire la copertura dei diversi ruoli professionali, e sistemi di valutazione delle prestazioni e di feedback, affinché i ruoli siano ricoperti in modo autonomo, o per definire progressioni di carriera.

I percorsi di tirocinio iniziano dalla sala; a partire dal 2° mese si passa alla cucina e alla preparazione degli alimenti e delle bibite, etc. Per raggiungere la completa autonomia nelle mansioni un italiano impiega circa un mese, mentre uno straniero circa tre mesi. Incidono diversi fattori, tra cui quelli culturali quali ad esempio un diverso concetto di “autonomia”, di “leadership”, di “tempo”, delle relazioni “est-ovest”,…Sono fattori da tenere in conto e che incidono sulla capacità di adattabilità al contesto italiano e di conseguenza al superamento del periodo di tirocinio.

14) Eventuali impatti già riscontrabili:

  • Su 12 tirocini attivati, 8 persone hanno avuto la possibilità di proseguire con contratti di apprendistato di 36 mesi
  • In 1-2 casi le differenze culturali o la mancata attitudine al lavoro hanno portato a dover interrompere le collaborazioni attivate.