Bilancio demografico 2019: i dati su cittadinanza e mobilità degli stranieri – Comunicato stampa 13.7.2020
13 Luglio 2020
The European benchmark for refugee integration – Comprehensive Report
15 Luglio 2020
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Bilancio demografico 2019

Il nuovo bilancio demografico nazionale reso noto oggi dall’Istat conferma anche per il 2019 un ulteriore calo numerico della popolazione residente in Italia, che segue quelli degli anni passati, nonostante l’aumento sia della componente straniera sia del numero di acquisiti alla cittadinanza italiana. A diminuire, infatti, è ancora il numero di cittadini italiani (54.938.091 al 31 dicembre) nonostante l’apporto degli ex stranieri divenuti italiani durante lo scorso anno (127mila). Il numero di morti rispetto al numero di nati sul territorio nazionale è stato durante il 2019 molto superiore tra gli italiani, mentre al contrario tra gli stranieri – che peraltro sono molti meno, 5.306.548 – ci sono stati più nati che morti e i nuovi flussi migratori dall’estero non hanno compensato numericamente la differenza ampiamente negativa tra nati e morti rilevata fra gli italiani.

In questo contesto, nonostante i recenti forti disincentivi ai flussi migratori sia regolari sia irregolari, sono stati comunque 334mila i nuovi iscritti in anagrafe dall’estero durante il 2019, praticamente lo scorso numero dell’anno precedente 2018, per lo più stranieri (quasi quattro su cinque) ma aumentando notevolmente la quota di italiani rientrati dall’estero (da 47mila nel 2018 a 73mila nello scorso anno, precedente all’ufficializzazione della Brexit).

In generale, invece, il nuovo calo numerico complessivo di popolazione residente in Italia (quasi 189mila in meno durante l’anno 2019) e il suo invecchiamento è parzialmente mitigato dall’apporto degli ex stranieri che hanno acquisito la cittadinanza durante l’ultimo anno, che sono stati il 13% in più rispetto al 2018 nonostante il “decreto Salvini” abbia allungato moltissimo i tempi di lavorazione della domanda portandoli a quattro anni. Se consideriamo l’ultimo lustro gli acquisiti alla cittadinanza italiana (766mila) hanno ridotto della metà quello che sarebbe stato un ancor più drastico calo della popolazione con cittadinanza italiana: -1,6 milioni.

Sulla base di questi numeri, forse, si può meglio dimensionare la portata degli effetti sulla mortalità complessiva in Italia che ha avuto quantomeno fino ad oggi Covid, pur assumendo che tali effetti siano stati e saranno ampiamente superiori a quelli segnalati dai dati ufficiali (circa 35mila decessi fino ad ora). Infatti, la popolazione in Italia risulta sempre più anziana e con sempre meno nati e anche nel modello di simulazione peggiore presentato dall’Istat con un ipotetico bilancio finale di 123mila decessi Covid di persone che non sarebbero morte per altre patologie durante il 2020 il numero degli ultrasessantacinquenni risulterebbe decisamente in aumento in Italia durante l’anno in corso, comunque di 60mila unità (si veda Blangiardo G.C., Scenari sugli effetti demografici di Covid-19  per l’anno 2020 ). Se l’extramortalità effettiva causata da Covid non supererà un valore complessivo molto superiore rispetto a quello attuale segnalato ufficialmente fino ad ora in Italia, infatti, si vedrebbe solo parzialmente rallentata la crescita di popolazione anziana sul territorio nazionale che anche durante il 2020 dovrebbe essere al contrario ancora sostenuta. Ad esempio, durante l’ultimo anno in cui è possibile calcolarla, il 2018, la crescita del numero di anziani in Italia è stata di 135mila unità, mentre nonostante l’apporto degli stranieri i minorenni sono diminuiti di 127mila unità.

 

di Alessio Menonna, Settore statistica Fondazione ISMU

 

Vedi anche il Comunicato Stampa >> 

 

13.7.2020