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Comunicazione della Commissione europea al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio

Progress report on the Implementation of the European Agenda on Migration

Il 16 ottobre 2019 la Commissione europea ha inviato una comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo e al Consiglio dell’UE intitolata “Progress report on the Implementation of the European Agenda on Migration”. Il documento copre in realtà i progressi svolti in due dei 4 pilastri dell’Agenda, e cioè il controllo dei confini e il contrasto all’immigrazione irregolare, e tocca solo tangenzialmente gli altri due (politiche di asilo comuni e politiche di immigrazione regolare).

La Commissione ricorda la crisi migratoria avvenuta 4 anni fa, quando, nel corso di due anni, circa due milioni di persone sono arrivate sul suolo europeo in cerca di asilo o di una vita migliore. Ciò ha portato gli Stati Membri a comprendere che nessuno di loro, da solo, avrebbe potuto gestire le sfide dell’immigrazione, ma che la risposta avrebbe dovuto essere comune. Così, nel maggio 2015, la Commissione europea presentò la “European Agenda on Migration” con lo scopo di dare risposta alle sfide immediate e dare all’Unione gli strumenti per gestire i flussi migratori nel medio e lungo periodo.

Il documento elenca i risultati raggiunti:

  • Nel 2018 l’accesso di migranti irregolari ha toccato il minimo in 5 anni;
  • Dal 2015 l’azione europea ha salvato 760.000 vite nel Mediteranno e più di 23.000 migranti nel deserto nigeriano;
  • Sono stati attivati 5 hotspot in Grecia e 4 in Italia per offrire aiuto tangibile agli Stati Membri in difficoltà;
  • I fondi a disposizione sono più che raddoppiati dal 2015 (più di 10 miliardi);
  • Dal 2015, 34.700 persone provenienti da Italia e Grecia sono state ricollocate all’interno dell’UE;
  • La nuova “European Border and Coast Guard Agency” ha aiutato gli Stati Membri a controllare i confini esterni dell’UE;
  • Più di 63.000 persone bisognose di protezione internazionale sono state reinsediate dal 2015;
  • L’UE ha dato protezione e aiuto a milioni di rifugiati in Paesi terzi (Turchia, Siria, Libia e molti paesi africani);
  • L’UE ha intrapreso azioni per contrastare il traffico di esseri umani;
  • L’UE ha stipulato accordi formali per il rimpatrio degli immigrati irregolari in 23 paesi di origine e transito.

La comunicazione descrive poi la situazione lungo le principali vie migratorie: la situazione generale è tornata ai livelli pre-2015; gli sbarchi in Grecia e a Cipro sono aumentati, così come gli arrivi attraverso i Balcani occidentali; il numero di sbarchi si è invece dimezzato lungo la rotta del Mediterraneo centrale; gli sbarchi si sono ridotti, rispetto al 2018, anche in Spagna. Per ciò che concerne le richieste di asilo, sono aumentate rispetto ai primi 9 mesi del 2018; Germania, Francia, Spagna, Grecia e UK raccolgono più del 72% del totale delle richieste di asilo e i principali paesi di origine sono Afghanistan, Siria e Venezuela.

La Commissione elenca inoltre i risultati in termini di contrasto all’immigrazione clandestina e di fornitura di servizi ai migranti derivanti dagli accordi con Turchia, Serbia, Macedonia e Marocco, oltre che dal lavoro congiunto di Unione africana, Unione europea e Nazioni Unite in Libia.

Alcuni paragrafi sono poi dedicati all’assistenza fornita a Italia, Malta e Spagna: L’Italia ha ricevuto un miliardo di euro (Malta 105 milioni e la Spagna 737 entro il 2020) per le politiche di asilo, migrazione, sicurezza e controllo dei confini.

La comunicazione sottolinea inoltre l’importanza di guardare al medio/lungo periodo, fornendo una risposta alle cause all’origine dell’immigrazione irregolare, creando infrastrutture sociali ed opportunità economiche nei Paesi di origine, come in realtà l’UE sta facendo con, ad esempio, i circa 4,5 miliardi di euro dedicati all’EU Trust Fund for Africa. Viene però anche sottolineata la necessità di proseguire e intensificare l’opera di contrasto al traffico di esseri umani e di aumentare il numero di accordi bilaterali (ad oggi 23) con i Paesi terzi in vista dei rimpatri (ad oggi, solo poco più di un terzo dei migranti irregolari viene rimpatriato).

La Commissione ricorda anche gli sforzi per la creazione di un “European integrated border management” che preveda la condivisione delle responsabilità tra l’European Border and Coast Guard Agency e le autorità nazionali, oltre alla necessità di creare un sistema di asilo, una politica di reinsediamento e un sistema di visti e politiche di immigrazione regolare comuni agli Stati membri.

La Commissione rivendica infine gli sforzi dell’UE nel dare risposta alle sfide dell’immigrazione non solo per quanto riguarda la gestione dei flussi, la riduzione degli arrivi e il salvataggio di vite umane, ma anche dal punto di vista di un approccio ampio e comprensivo di nuovi strumenti che mostrano la solidarietà e il senso di responsabilità del vecchio continente.