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GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Onlus – Lombardia

GAMeC-Galleria-di-Arte-Moderna-e-Contemporanea-Bergamo-3

1) Nome e ragione sociale dell’impresa: GAMeC – Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo Onlus

2) Ubicazione dell’impresa: Via San Tomaso, 53 24121 Bergamo (BG)

3) Settore di attività: musei/cultura

4) Tipologia di servizi e/o prodotti: culturali ed educativi

5) Numero totale di collaboratori: 42 in totale, di cui

–      12 persone assunte

–       30 educatori con partita iva

6) Numero totale di collaboratori immigrati: 0 assunti; tuttavia ci sono circa 10 guide o mediatori museali attivi

7) Numero totale di tirocinanti immigrati: 0

In passato hanno avuto 1 ragazza di origine straniera proveniente da MyPlace

Il personale di guardiania è di origine straniera e ha contratti di collaborazione con la cooperativa che ha l’appalto dei servizi di vigilanza e guardiania

8) Numero di eventuali collaboratori rifugiati e/o richiedenti asilo: 0

9) Numero di eventuali tirocinanti rifugiati e/o richiedenti asilo: 0

Tuttavia la GAMeC sta stipulando una convenzione con lo SPRAR di Bergamo per l’attivazione di tirocini educativi

10) Applicazione di dispositivi/iniziative istituzionali a favore dell’integrazione lavorativa e dello sviluppo professionale dei migranti:

NO

In passato la GAMeC è stata precursore in ambito museale della pratica di selezione e di formazione di guide museali con background migratorio

(http://patrimonioeintercultura.ismu.org/index.php?page=esperienze-show.php&id=22) che

potessero agire da mediatori culturali. Oltre che erogare visite guidate nella propria lingua madre, erano in grado di stimolare processi di empowerment e di partecipazione culturale all’interno delle proprie comunità di appartenenza.

11) Inquadramento delle pratiche di inclusione e valorizzazione lavorative dei migranti in modelli di business e/o strategie competitive socialmente responsabili:

SI

Il progetto mediatori museali è una pratica implementata da GAMeC nel 2006; aveva creato un effetto catalizzatore tra gli anni 2008-2010 all’interno delle pratiche museali, essendo stata trasferita ed implementata a sua volta in molti altri musei a livello regionale e nazionale.

Il rapporto economico con le Guide Museali è più o meno interrotto da circa 2 anni; anche se alcune guide hanno continuato a portare gruppi e a gestire alcune visite guidate nella propria madre lingua. Occorre ripensare agli aspetti economici del servizio guide, se assumerli con Partita Iva o tramite cooperativa.

Oggi inoltre è cambiato il contesto dell’accoglienza ed integrazione dei migranti, e occorre valutare la nuova situazione migratoria. Oggi ci sono sempre meno stranieri che vengono per restare, secondo Giovanna Brambilla – Direttrice del Settore Educazione della GAMeC. E le persone che stanno negli SPRAR e nei CAS spesso non hanno i documenti, non possono godere dei diritti di base, quali i servizi sanitari,…parlare di diritti all’educazione e alla cultura in assenza di altri diritti di base è abbastanza utopico e fuori contesto.

Quando il progetto “guide” è nato i migranti erano “visibili” e c’erano. Oggi la domanda su cui GAMeC si interroga è: cosa può fare un museo nei confronti di persone senza nome? Come il museo può intervenire sulla diaspora?

La GAMeC sta lavorando in questo momento con l’Agenzia dell’Integrazione per leggere i report e comprendere in questo momento cosa può fare il museo. Il progetto “Mediatore Museale” va ripensato dopo il vaglio della corte costituzionale del decreto sicurezza.

Inoltre la GAMeC sta lavorando a progetti quali:

1.     Progetto MyPlace/My Voice (https://gamec.it/my-place-my-voice/) – È un progetto della durata triennale, finanziato da un Bando Cariplo, e che ha coinvolto i ragazzi migranti di seconda generazione delle scuole di Bergamo. Il primo anno i ragazzi di seconda generazione coinvolti hanno riscritto il catalogo della Collezione Permanente della GAMeC – My Place – My Text, creando uno strumento distribuito gratuitamente ai ragazzi in visita nelle sale della Collezione del museo. Il secondo anno i partecipanti, insieme agli artisti Gianluca e Massimiliano De Serio, hanno sviluppato il progetto My Place – My Face attraverso alcuni video, fornendo una rilettura delle opere esposte alla GAMeC. In occasione dell’ultima annualità, infine, i partecipanti hanno costruito delle narrazioni in cui la loro autobiografia si è intrecciata alla storia e al significato delle opere. Queste esperienze nate all’interno del progetto verranno “donate” alla città secondo un calendario in via di definizione. Il 21 febbraio quindi, giornata scelta proprio perché dedicata all’importanza della lingua madre, è stato conferito alle ragazze e ai ragazzi di “My Place” il diploma di “narratori museali”. Attraverso queste iniziative le seconde generazioni possono impattare sulla partecipazione culturale delle proprie famiglie.

2.     Mostra “Museo Terra di Migrazione” (https://gamec.it/museo-terra-di-migrazione/)

Il progetto ha l’obiettivo di presentare il concetto di “migrazione” non solo in quanto legato alla provenienza geografica di una persona, ma quale condizione temporanea dell’esistenza. La mostra nasce da un progetto di formazione che ha coinvolto le città di Bergamo e di Firenze, in una “migrazione culturale” che ha visto gli educatori delle due istituzioni muoversi nel senso di una reciproca e gratuita formazione. La mostra è stata inaugurata alla GAMeC di Bergamo in occasione della Giornata Internazionale per i diritti dei migranti (il 18 dicembre 2018) e intende sottolineare l’impegno della GAMeC a coinvolgere categorie legate alla fragilità, generalmente “non pubblico” per i musei: non solo i migranti, ma anche persone con difficoltà e patologie psico-fisiche (dalle persone affette da Alzheimer ai non vedenti e non udenti, alle persone impossibilitate ad accedere agli spazi espositivi, come nel caso dei detenuti). Per promuovere la visita alla mostra, GAMeC ha svolto un censimento delle associazioni del territorio che potevano essere interessate (Caritas Diocesiana, Corridoi Umanitar, Cooperativa Ruah, etc.) al fine di coinvolgere le persone migranti come “primi” fruitori della mostra. GAMeC ha chiesto in seguito un feedback ai migranti sull’esperienza. Molti ragazzi erano di “seconda generazione”, egrazie all’esperienza offertagli hanno potuto riflettere sulla migrazione come condizione dell’esistenza.

3.     Progetto Black Hole (https://gamec.it/black-hole/)

I ragazzi della 4° superiore dell’istituto turistico di Bergamo sono stati coinvolti in un percorso di narrazioni create in diverse lingue (Elisa Kapu, Ansel Kiper, Evelin & Dimitri): metaforicamente una migrazione dei saperi per parlare di scienza.

12) Sviluppo di iniziative in cooperazione con altri soggetti, e/o partecipazione a reti strutturate di collaborazione, per l’integrazione lavorativa e lo sviluppo professionale dei migranti:

SI

Quasi tutti i progetti sviluppati da GAMeC prevedono la cooperazione strutturata con altri soggetti.

I principali soggetti interessati sono:

–        Le scuole superiori del territorio

–        Il Comune di Bergamo

–        La Diocesi Ambrosiana

–        Le associazioni di migranti del territorio

–        Le realtà del terzo settore locale che si occupano di inclusione e di integrazione di migranti e delle categorie “deboli”

–        Accademia delle Belle Arti di Bergamo

–        Accademia per l’Integrazione di Bergamo

13) Azioni/iniziative fondamentali di diversity management a favore dei migranti:

NO

Si era creato un percorso formativo per i “mediatori culturali” (le guide) migranti.

Il progetto della mostra “Museo Terra di Migrazione” è stato inaugurata appositamente in corrispondenza della Giornata Internazionale delle Migrazioni.

Ma al momento non ci sono altre azioni o iniziative legate alla diversity e ai migranti. La Fondazione GAMeC, che non è un Museo a tutti gli effetti, si sta ripensando, e sta riflettendo su cosa fare oggi a favore dei migranti.

 14) Eventuali impatti già riscontrabili:

–       Il progetto “Mediatori Museali” aveva consentito di formare più di 30 migranti e professionalizzarli come guide/mediatori museali. Oggi molte dei mediatori museali formati si sono spostati in altri paesi per varie ragioni. Tuttavia una decina di persone hanno continuato a formarsi e a partecipare agli eventi organizzati dalla GAMeC

–       Il progetto “Mediatori Museali” è divenuta una “best practice” diffusa in ambito museale, in Italia e all’estero, e GAMeC ha acquisito un certo riconoscimento per le pratiche inclusive in ambito museale, non solo di migranti ma di tutte le categorie deboli, che generalmente non sono i visitatori museali “tipo”

–      Sono stati realizzati diversi percorsi formativi sul concetto di migrazione e di narrazione della migrazione. Questo progetto continua a generare frutti

–       Durante la Giornata internazionale delle migrazioni, il 17 dicembre 2018, la mostra “Museo Terra di Migrazioni” è stata visitata da 217 persone, per molte delle quali è stato il primo accesso ad un museo. Molti visitatori hanno lasciato i propri feedback e i feedback sono stati analizzati.

–       La mostra “Museo Terra di Migrazioni” promossa da GAMeC ha consentito di creare e/o di consolidare il lavoro in rete con una serie di realtà locali che si occupano di integrazione dei migranti (Caritas, Richiedenti Asilo Bergamo inclusione, Sotto il Monte, Istituto Pesenti, Accademia di Belle Arti, Accademia per l’Integrazione” di Bergamo,…)