Il 20 giugno si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato e UNHCR pubblica i dati relativi all’anno 2019. VEDI QUI
Se già nel 2018 l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati registrava il più alto numero di persone in fuga da guerre, persecuzioni e conflitti nel mondo — oltre 70 milioni, il doppio di quella di 20 anni prima — ci si aspetta che i dati del 2019 possano almeno confermare tale cifra, se non aumentarla ulteriormente (si pensi soprattutto alla crisi Venezuelana che nel 2019 ha sconvolto il paese del continente Americano).
Sono tre i gruppi di persone che rientrano nelle statistiche UNHCR: il primo è quello dei rifugiati, ovvero persone costrette a fuggire dal proprio Paese a causa di conflitti, guerre o persecuzioni. Il secondo gruppo è composto dai richiedenti asilo, persone che si trovano al di fuori del proprio Paese di origine e che ricevono protezione internazionale, in attesa dell’esito della domanda di asilo. Infine, il gruppo più numeroso, è quello che include gli sfollati in aree interne al proprio Paese di origine. Nel 2018 le proporzioni di questi tre gruppi a livello globale erano rispettivamente del 37%, 5% e 58% oltre.
Il Global Trends 2019 descrive dunque la situazione mondiale dei rifugiati antecedente gli sconvolgimenti della pandemia COVI-19 in corso dai primi mesi di quest’anno. Ma è già evidente quanto l’emergenza sanitaria stia mettendo in grave difficoltà rifugiati, richiedenti asilo e sfollati, tra cui spesso vi sono persone in condizioni di vulnerabilità e marginalità.
L’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati infatti indica, nel recente Global COVID-19 Emenrgency Response 09 June 2020 come siano aumentate le vulnerabilità esistenti soprattutto per gli sfollati forzati e gli apolidi: l’aumento dei prezzi del cibo di base e delle materie prime ha peggiorato la condizione di molti rifugiati e sfollati interni che faticano a procurarsi beni e a pagare l’affitto. A causa della recessione economica globale e dell’impatto socioeconomico della pandemia, le tensioni sociali stanno aumentando in tutte le regioni. Anche prima della pandemia, i rifugiati, gli sfollati interni e altri gruppi particolarmente vulnerabili erano esposti a un rischio maggiore di stigmatizzazione e discriminazione. Oggi, più che mai, è importante sostenere e promuovere i diritti dei rifugiati nel mondo, in particolare garantire l’accesso all’assistenza sanitaria in diversi paesi.
17.6.2020