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Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

L’ente promotore

LULE ONLUS: ASSOCIAZIONE LULE ODV (ORGANIZZAZIONE DI VOLONTARIATO) & LULE SOC. COOP. SOCIALE, con sede ad Abbiategrasso (MI)

Enti partner

Molteplici, tra cui: Comune di Milano; Fondazione San Carlo di Milano; Cooperativa Sociale Lotta contro L’Emarginazione di Sesto S. Giovanni (MI); Cooperativa Sociale Farsi Prossimo di Milano; varie aziende.

Gli ambiti di intervento

  • Tirocini e accompagnamento al lavoro
  • Orientamento alla ricerca attiva del lavoro
  • Formazione e sviluppo professionale
  • Rafforzamento delle competenze, alfabetizzazione ed educazione civica come strumenti per l’inserimento lavorativo

 

Il target

Le pratiche di inclusione socio-lavorativa di Lule riguardano migranti – tra cui richiedenti asilo e rifugiati e con attenzione specifica a persone in percorsi di uscita dal circuito della tratta – il cui status giuridico consenta l’ingresso nel mercato del lavoro.

L’obiettivo

Nel quadro complessivo dei propri interventi a favore dell’integrazione sociale di persone in situazione di fragilità e a rischio di esclusione, Lule conduce specifiche azioni indirizzate a persone migranti e volte a promuovere l’acquisizione di autonomia individuale e la valorizzazione del potenziale e delle risorse personali. Tra le varie linee di impegno in quest’ambito, realizzate mediante sia strutture interne di servizio che la gestione di progetti in partnership, un ruolo di rilievo è ricoperto da attività finalizzate a definire e attuare programmi individuali di orientamento al lavoro, accesso a percorsi di formazione professionale, accompagnamento e inserimento lavorativi; tutto ciò viene perseguito come veicolo primario per una piena integrazione sociale, con particolare riferimento a persone straniere vittime o a rischio di tratta come anche di sfruttamento lavorativo.

Le attività

Lule (“fiore” in albanese) è una realtà nata nel 1996 dall’impulso di un gruppo di volontari con l’obiettivo primario di attuare interventi sociali a favore delle vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. Nel corso di più di un ventennio, il suo raggio d’azione si è ampliato e rafforzato, anche in termini di professionalizzazione, proponendo e implementando interventi destinati a molteplici categorie di soggetti a rischio di esclusione sociale. Anche attraverso la costituzione dell’Associazione Lule ODV (1998) e successivamente della Cooperativa Lule (2001), Lule ONLUS ha sviluppato, accanto alle iniziative riferite al fenomeno della tratta (settore in cui rappresenta oggi un punto di riferimento in Lombardia e nel panorama nazionale), attività dedicate alle aree scolastica, della disabilità, dei minori, degli immigrati e degli adulti in difficoltà. Gli interventi condotti nel corso di questo periodo, attuati principalmente nel territorio sud-ovest della provincia milanese, hanno consentito di offrire sostegno a circa 2.000 donne vittime di tratta e violenza, 5.000 minori italiani e stranieri, 15.000 adulti in condizioni di vulnerabilità legate alla migrazione, alla disabilità o allo sfruttamento lavorativo. Mediante il contributo quotidiano di figure qualificate nella gestione dei servizi – educatori, psicologi, assistenti sociali, mediatori linguistici, liberi professionisti – e di una cinquantina di volontari appositamente formati, Lule attualmente realizza azioni con finalità di integrazione e promozione sociali in molteplici campi, tra i quali: l’attuazione di programmi di integrazione sociale per vittime della tratta (p.es.: contatto, segretariato sociale, gestione di strutture di accoglienza); la gestione di comunità alloggio per minori e di servizi di assistenza rivolti a minori stranieri e italiani in collaborazione con i servizi sociali; la progettazione di percorsi di autonomia abitativa (oltre che di sostegno scolastico e assistenza domiciliare) per persone con disabilità, volti anche allo sviluppo delle autonomie personali, sociali, e pre-lavorative; attività di facilitazione linguistica e mediazione culturale, finalizzate in particolare a favorire l’integrazione sociale degli studenti stranieri nelle scuole. Lule dedica, inoltre, molta attenzione al dialogo con il territorio, sia in ottica di sensibilizzazione della società civile e dei cittadini sui temi affrontati, sia con l’intento di radicare le proprie attività in un contesto di politiche di comunità.

È nel quadro di questo globale impegno che si inseriscono le iniziative a sostegno dei migranti, a propria volta quindi collegate alla mission fondamentale di favorire l’integrazione sociale e l’autonomia di “chi vive ai margini” ponendo concretamente al centro le persone attraverso la gestione di servizi in grado di rispondere ai loro bisogni. Ciò si realizza mediante varie linee di attività, che spesso si intrecciano e si rafforzano reciprocamente. Un primo filone di interventi è quello strutturalmente condotto dagli Sportelli Stranieri di Lule operanti nell’area milanese, all’interno dei distretti di Magenta e Castano. Con l’obiettivo di consolidare il percorso di integrazione degli immigrati, in particolare le persone in condizione di svantaggio, gli sportelli offrono servizi di accoglienza, accompagnamento, informazione e consulenza che spaziano dal supporto nelle incombenze burocratiche connesse alla condizione di migrante alle indicazioni sui servizi presenti nel territorio e all’agevolazione della relazione con gli uffici pubblici nell’accesso ad essi, dal sostegno ai richiedenti ricongiungimento familiare e alle famiglie ricongiunte all’orientamento relativo al mondo della scuola e alle opportunità di formazione professionale nel contesto locale.

Una seconda linea di azione riguarda l’attività mirata all’integrazione socio-lavorativa di persone – specialmente donne – in percorsi di uscita dal circuito della tratta, suddivisa in due ambiti operativi presidiati, ciascuno, da un’équipe professionale con coordinatore, educatori e psicologi. Le due aree di intervento prevedono, da una parte, l’“accoglienza in semi-autonomia” in appartamenti parzialmente auto-gestiti e, dall’altra, la “presa in carico territoriale” in presenza di una condizione di autonomia abitativa già stabile e idonea. La finalità comune a entrambe è di agevolare l’orientamento al lavoro, favorire l’accesso a percorsi di formazione professionale e attuare l’accompagnamento all’inserimento lavorativo, anche a partire dall’erogazione di servizi di base quali la consulenza psicologica, il sostegno alla socializzazione e l’assistenza negli adempimenti amministrativi.

Una parte molto significativa dell’impegno di Lule sul fronte dell’inclusione socio-lavorativa dei migranti si è realizzata e viene condotta attraverso la gestione di – o la partecipazione a – progetti in partenariato con finanziamento pubblico, finalizzati soprattutto al contrasto dei fenomeni della tratta e dello sfruttamento lavorativo. Sotto tale profilo, ad esempio, negli anni recenti la ONLUS ha operato come partner di due importanti progetti FAMI 2014-2020: a) il progetto “Di.Agr.A.M.M.I. Nord”, coinvolgente una partnership estesa a otto regioni del Nord-Italia e volto a realizzare interventi di integrazione socio-occupazionale per la prevenzione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo e del caporalato in agricoltura anche mediante misure di supporto all’inserimento lavorativo regolare (p.es.: laboratori per lo sviluppo di competenze spendibili nel settore agricolo, azioni di informazione e orientamento sul mercato del lavoro); b) il progetto interprovinciale “Multitasking”, coordinato dalla Prefettura di Mantova e volto a combattere il fenomeno del grave sfruttamento lavorativo e del lavoro irregolare con specifica attenzione ai settori agricolo e tessile, che tra le sue varie azioni (p.es.: rafforzamento della rete di accoglienza e sensibilizzazione alla cultura della legalità) annovera percorsi di inclusione lavorativa partecipata e controllata delle persone supportate.

Ancor più direttamente, l’azione di Lule a favore dell’inclusione – anche lavorativa – delle persone migranti si manifesta nella sua esperienza ormai ventennale come capofila di progetti finanziati dal Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per la realizzazione di programmi di emersione, assistenza e integrazione sociale a favore di vittime di tratta e grave sfruttamento intenzionate a sottrarsi alla violenza e ai condizionamenti di soggetti dediti al traffico di persone (ai sensi dell’art. 18 del D. Lgs. 286/98 e dell’art. 13 della Legge 228/03). In particolare, su questo versante, è attualmente in corso la quarta “edizione” del progetto “Mettiamo le Ali – Dall’emersione all’integrazione” (luglio 2021 – settembre 2022). Attivo in sette aree provinciali della Lombardia (Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova e Pavia), esso vede Cooperativa Lule sia come ente proponente che come ente attuatore; una funzione, quest’ultima, svolta insieme ad Associazione Lule e ai seguenti partner: Associazione Micaela di Bergamo, Associazione Casa Betel 2000 di Brescia, Cooperativa Sociale Farsi Prossimo di Milano, Fondazione Somaschi di Milano, Cooperativa Sociale Lotta contro L’Emarginazione di Sesto San Giovanni (MI), Cooperativa Sociale Casa del Giovane di Pavia.

Sei sono le specifiche attività gestite e attuate nel progetto

  • azioni di primo contatto con le popolazioni a rischio ai fini dell’emersione delle possibili vittime di tratta e sfruttamento
  • azioni di identificazione dello stato di vittima e accertamento dei requisiti per l’ingresso nei percorsi di protezione
  • misure di protezione immediata, di pronta accoglienza, di assistenza sanitaria e psicologica e di consulenza legale a favore delle vittime
  • avvio di programmi di protezione sociale all’interno di comunità di accoglienza o attraverso la modalità della presa in carico territoriale
  • attività mirate all’ottenimento del permesso di soggiorno o di altro status giuridico
  • percorsi individuali di formazione e di inserimento sociale e lavorativo finalizzati a promuovere effettive condizioni di integrazione e autonomia personali

Le fonti di finanziamento

Risorse interne; risorse pubbliche per i programmi finanziati; risorse dei partner.

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Con riferimento specifico al primo semestre di attività dell’ultima edizione del progetto “Mettiamo le Ali – Dall’emersione all’integrazione”, si è complessivamente realizzato un lavoro di mappatura, contatto e accompagnamento che ha coinvolto 792 persone. In particolare, rispetto agli interventi variamente finalizzati all’inclusione socio-lavorativa delle persone coinvolte, si sono ottenuti i seguenti risultati

  • corsi di alfabetizzazione: 8 persone hanno avuto accesso a corsi di alfabetizzazione interni e 3 persone hanno avuto accesso a corsi di alfabetizzazione sia interni che esterni
  • formazione scolastica e professionale: 22 persone hanno avuto accesso alla formazione scolastica esterna (CPIA-Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti, titolo di III Media, altri corsi di alfabetizzazione) e 3 persone hanno avuto accesso alla formazione professionale (corsi di assemblaggio meccanico, di saldatura e muletto, di alfabetizzazione informatica e smartphone)
  • tirocini extracurriculari: sono stati realizzati 13 tirocini di inserimento lavorativo, di cui 5 attraverso l’intervento di Fondazione San Carlo di Milano e gli altri promossi grazie a vari soggetti finanziatori (progetto “WIN” con ente promotore Energheia Impresa sociale, progetto “Smile” con ente promotore Consorzio Mestieri, Comune di Milano con ente promotore Area Lavoro e Formazione Città Metropolitana, Regione Lombardia con ente promotore Patronato San Vincenzo di Bergamo, ACLI di Bergamo con ente promotore Enaip di Bergamo); ambiti dello svolgimento dei tirocini sono stati i settori delle pulizie (4 persone), della ristorazione (3 persone), della piccola e media distribuzione (3 persone), della grande distribuzione (2 persone) e della logistica (1 persona)
  • corsi propedeutici all’inserimento lavorativo: 8 donne sono state beneficiarie dei corsi, dei quali 6 promossi da Fondazione San Carlo, 1 dal Progetto “Smile” e 1 dal progetto “WEMI”
  • Inserimenti lavorativi: 19 persone hanno svolto attività lavorativa, 6 delle quali mantenendo l’attività lavorativa già avviata e altre 13 mediante nuovi inserimenti; in entrambi i casi, vari sono stati i tipi di contratto applicati (17 contratti di lavoro a tempo determinato, 1 contratto a chiamata, 1 contratto di apprendistato), come anche i settori di lavoro interessati, che hanno riguardato il settore primario in 1 caso (lavoratore agricolo), quello secondario in 5 casi (2 operai, 2 magazzinieri, 1 nella logistica) e quello terziario in 13 (8 nelle pulizie, 3 nella ristorazione, 1 interprete, 1 nei servizi alla persona)

 

I risultati ottenuti in termini qualitativi

All’interno di Lule ONLUS, impegni come quelli condotti nell’ambito di “Mettiamo le Ali” – i cui risultati oggettivi vengono valutati in modo assai positivo – sono ritenuti offrire un contributo altamente significativo per la costante concretizzazione di servizi ed esperienze pienamente coerenti con la propria missione istituzionale di realizzare azioni a favore dell’integrazione sociale di persone a rischio di esclusione. A parte ciò, come sottolineato dalla Responsabile dell’Area “Integrazione Territoriale” di Lule Elisabetta Umidi, si possono riscontrare dei benefici indiretti generati da iniziative quali la precedente. Uno, di tipo – per così dire – metodologico, consiste nella continua opportunità di rafforzare e affinare le proprie risorse e competenze organizzative nel lavoro di rete, che per una realtà non-profit come Lule risultano decisive per operare efficacemente; è il caso, con uno degli esempi citati dalla stessa Responsabile, della partnership ormai storica con la Fondazione San Carlo di Milano, la cui collaborazione nell’accompagnamento formativo e nel reperimento dei tirocini lavorativi riveste da tempo un’importanza notevole per le strategie e le attività orientate all’inclusione socio-occupazionale della ONLUS. Un secondo risultato incoraggiante, tra gli altri, è da individuare – ancora dall’osservatorio di Elisabetta Umidi – nei riscontri favorevoli provenienti da diverse imprese coinvolte nei tirocini e negli inserimenti lavorativi delle persone migranti supportate, ad esempio rispetto all’impatto positivo sul clima aziendale e alle opportunità di arricchimento e apprendimento generate per lo stesso personale autoctono.

I punti di forza

Oltre all’indubbia rilevanza dell’esperienza consolidata di Lule nel contrasto all’esclusione sociale, come anche delle sue competenze e risorse di contatto attivabili per l’azione di rete, un ruolo cruciale nella positiva implementazione di pratiche volte all’integrazione socio-lavorativa dei migranti è ricoperto dal prevalente inquadramento di tali interventi nell’ambito di programmi istituzionali finanziati, che – ad esempio e in primo luogo – consente di retribuire tirocini e percorsi di tutoraggio. Inoltre, l’importanza della logica progettuale delle azioni condotte si manifesta nella frequente possibilità di “agganciarsi”, tipicamente in specifiche fasi attuative (reperimento di tirocini, ecc.), ad altri progetti – specie di carattere regionale – non coordinati direttamente da Lule.

Le criticità

Le difficoltà riportate riguardano essenzialmente alcuni aspetti operativi dei progetti di intervento, che, da un certo punto di vista, rivelano l’altra (inevitabile) faccia della medaglia della logica progettuale. A parte il generale e noto problema dei vincoli temporali a cui sono sottoposte le risorse – finanziarie e non – di progetto, ciò riguarda, ad esempio, la necessità di sviluppare una sufficiente conoscenza dell’italiano da parte dei beneficiari; ossia, un requisito di ingresso per le attività di formazione professionale e soprattutto di placement di cui si ha piena consapevolezza e alla quale ci si sforza costantemente di corrispondere, ma che non di rado può rivelarsi assai impegnativo per i tempi ridotti e quasi “in urgenza” – anche per gli stessi beneficiari – che occorre rispettare per gli inserimenti lavorativi. Altri possibili fattori di criticità, specialmente nelle fasi di sostegno personalizzato, sono rappresentati da questioni logistiche (p.es., la ridotta accessibilità di determinate zone di lavoro per alcuni stranieri) e legate al work-life balance (in particolare, per le donne assistite con bambini). Infine, un’area di possibile miglioramento investe i processi di scouting sistematico delle aziende da coinvolgere nei programmi di tirocinio e inserimento; ciò, pur tenendo conto dell’irrimediabile impatto della crisi pandemica sulle le attività di collocamento dell’ultimo biennio, dimostrato in maniera esemplare dall’assenza di opportunità in un ambito precedentemente in grado di offrire certezza di sbocchi quale quello del turismo.

Le prospettive future

Dati i buoni risultati sin qui conseguiti, l’intenzione di Lule è sicuramente quella di proseguire e, se possibile o necessario, accentuare gli interventi a favore dell’integrazione socio-lavorativa delle persone migranti, sempre principalmente in corrispondenza del proprio impegno a 360 gradi nell’aiuto alle vittime della tratta e di grave sfruttamento lavorativo. In particolare, per il prossimo futuro si intende intensificare il rapporto col mondo delle imprese con i due obiettivi, fondamentalmente interdipendenti, di estendere il bacino di opportunità disponibili per le azioni di placement e di sensibilizzare attori di contesto rilevanti come le imprese sul tema della tratta e sulle misure – compresa l’inclusione lavorativa delle persone coinvolte – per contrastarla. Al riguardo, la percezione di Elisabetta Umidi fa trasparire una certa fiducia: «Mi è capitato di recente di partecipare a webinar sull’etica di impresa con esponenti aziendali e ho constatato molta attenzione, persino inaspettata, da parte loro… Probabilmente si tratta di intercettare innanzitutto aziende già in movimento sul fronte della cosiddetta responsabilità sociale d’impresa, ma in generale mi pare che ci siano interessanti spazi di azione».

Aggiornato al 15.03.2022

Scheda realizzata da Fondazione ISMU

 

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integrazione@luleonlus.it