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Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

L’ente promotore

APS CAMBALACHE

Realizzato dal 2015 ad oggi, grazie al supporto di Fondazione Social, Fondazione CRT, Tavola Valdese, UNHCR – Agenzia ONU per i rifugiati, Fondo di Beneficenza Intesa Sanpaolo.

Gli enti partner

Dall’avvio del progetto ad oggi, i principali partner sono: Unaapi, Conapi, Aspromiele, Coldiretti (enti di categoria)

nel 2018: Cooperativa La Venenta, Associazione Comunità Progetto Sud (enti gestori dell’accoglienza rispettivamente in Emilia-Romagna e Calabria), altri enti gestori dell’accoglienza CAS e SPRAR sul territorio della Provincia di Alessandria, Comune di Alessandria, Regione Piemonte

Quando

Il progetto è attivo, continuativamente, dal 2015.

Dove

Dal 2015 al 2017, il progetto ha coinvolto beneficiari accolti sul territorio della Provincia di Alessandria.
Nel 2018, in via sperimentale, il progetto ha esteso le proprie azioni sui territori della Provincia di Bologna e Lamezia Terme.
Le azioni di promozione, networking con enti di categoria, scouting aziendale e attivazione di percorsi di tirocinio hanno da sempre copertura nazionale.

Gli ambiti di intervento

  • Formazione e sviluppo professionale
  • Rafforzamento delle competenze, alfabetizzazione ed educazione civica come strumenti per l’inserimento lavorativo
  • Tirocini ed accompagnamento al lavoro

Il target

Richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale e umanitaria (uomini, donne, minori), compresi soggetti vulnerabili.

L’obiettivo

Favorire l’empowerment e l’integrazione sociale ed economica di richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale e umanitaria, tramite l’attivazione di percorsi di avvicinamento al mondo del lavoro, promuovendo al contempo una cultura del rispetto della legalità e dei diritti del lavoro.

Le attività

Percorso di avvicinamento al mondo del lavoro:

Prima fase: Organizzazione di corsi di formazione professionale in apicoltura e agricoltura biologica, in collaborazione con gli enti di categoria. Ogni corso prevede sia una formazione linguistica settoriale, sia moduli teorici e pratici per l’acquisizione delle competenze tecnico-professionali, sia focus di approfondimento su sicurezza sul lavoro e diritti e doveri del lavoratore. Prevede inoltre un laboratorio di educazione alla cittadinanza, finalizzato a promuovere l’interazione autonoma del beneficiario con il territorio di residenza e con i suoi servizi.

Seconda fase: Attivazione di tirocini presso aziende identificate tramite un’azione di scouting sul territorio e a livello nazionale, in collaborazione con gli enti di categoria. All’azienda è richiesto di investire nel percorso attraverso la copertura di buona parte degli indennizzi di tirocinio e, laddove necessario, nell’offerta di un’idonea sistemazione abitativa. All’azienda è offerto un pacchetto di servizi che prevede: I) il supporto nell’attivazione amministrativa del tirocinio, II) l’orientamento per una sua gestione a norma di legge, e III) la mediazione linguistico-culturale per facilitare la relazione interculturale tra tirocinante e datore di lavoro o nella squadra di lavoro. All’azienda sono offerti inoltre incentivi economici: il rimborso parziale dell’indennità di tirocinio ed un sostegno alle spese d’affitto.

Inizialmente sperimentata in ambito apistico, questa formula è stata replicata nel settore dell’agricoltura biologica. Attivato sul territorio di Alessandria (2015-2017), il progetto è stato avviato in altri territori: dal 2018 sono state coinvolte le province di Bologna e Lamezia Terme. Inizialmente i beneficiari erano solo uomini adulti, ma dal 2018 il progetto si è rivolto anche a donne e minori.

Carta etica:

Le aziende coinvolte nel progetto sono invitate a sottoscrivere una carta etica, in cui si richiede l’impegno a promuovere opportunità d’impiego degne, nella tutela del lavoratore e nel rispetto dell’interculturalità all’interno della squadra di lavoro. Bee My Job seleziona, per l’attivazione dei tirocini, solo le aziende in grado di garantire il rispetto di questi requisiti, ma allo stesso tempo fornisce supporto a quelle interessate a mettersi a norma in vista di una collaborazione futura.

Le fonti di finanziamento

Fondazione Social, Tavola Valdese, Fondazione CRT, UNHCR – Agenzia ONU per i rifugiati, Fondo di Beneficenza Intesa San Paolo, fondi propri di APS Cambalache, contributi di altri partner e di soggetti privati (aziende).

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Tra il 2015 e il 2017, sono stati attivati n. 42 tirocini, di cui circa 10 sono diventati rapporti duraturi di lavoro. Nel 2018, l’obiettivo prefissato era l’attivazione di 30 tirocini full time e di 15 tirocini part-time. A settembre 2018, le attivazioni ammontano a 42 percorsi attivati.

I risultati ottenuti in termini qualitativi

Il percorso di avvicinamento al lavoro si è rivelato efficace, soprattutto in termini di empowerment dei beneficiari.  Specialmente in Piemonte, il progetto sta attivando un processo di crescita organizzativa e culturale delle aziende agricole, incentivate ad un maggior rispetto della legalità, dei diritti dei lavoratori e della sicurezza sul lavoro.

I punti di forza

La struttura del percorso, perfezionata nel tempo ed oggi riconosciuta dall’UNCHR come modello, si presta ad essere replicata in nuovi settori e territori e a coinvolgere nuovi target.

Bee My Job si è accreditato e gode di un buon riconoscimento nel settore apistico, soprattutto grazie alle solide relazioni costruite nel tempo con gli enti di categoria, che favoriscono il coinvolgimento di aziende su tutto il territorio nazionale.

Il progetto ha avuto una buona visibilità mediatica a livello nazionale ed internazionale, Ha riscontrato interesse a più livelli ed è stato oggetto di studio da parte di studenti universitari, fotografi e documentaristi.

Le criticità

Il numero di assunzioni è piuttosto limitato rispetto ai tirocini realizzati. Questo dipende, oltre che dalle complessità legate alle differenze culturali, anche dal fatto che molti beneficiari sono richiedenti asilo e le aziende non sono sempre propense ad assumere persone con cui, in caso di diniego della protezione, il rapporto di lavoro dovrà essere interrotto. Alcuni dei beneficiari, inoltre, sono coinvolti a scopo riabilitativo/terapeutico, poiché soggetti vulnerabili.

Sul territorio di Alessandria il progetto è rodato ed esistono buone relazioni con le aziende apistiche ed agricole del territorio. Per quanto riguarda i nuovi territori coinvolti, le reti territoriali sono invece ancora deboli e ciò rende difficile il coinvolgimento delle aziende, soprattutto in ambito agricolo.

Nel 2018, dati i vincoli di tempistica legati ai finanziamenti, è stato necessario comprimere i tempi della selezione dei beneficiari, impattando negativamente sull’accuratezza di questa fase cruciale. Ciò ha generato, soprattutto nei nuovi territori coinvolti, alcune criticità, che gli operatori del progetto stanno gestendo per garantire il buon esito delle attività.

Le prospettive future

È necessario consolidare le relazioni con gli enti di categoria nel settore dell’agricoltura, per favorire il coinvolgimento delle aziende su tutto il territorio nazionale.

Si stanno studiando nuovi meccanismi di coordinamento, per rendere più efficace la collaborazione tra Cambalache ed i partner sui nuovi territori coinvolti. In queste aree, Cambalache intende allargare la partnership, coinvolgendo nuovi enti gestori dell’accoglienza. Due studentesse di Tiresia Group – Centro di Ricerca del Politecnico di Milano stanno analizzando la possibilità di implementare il modello del Social Franchising per garantire l’estensione territoriale del progetto, nel rispetto della qualità.

Grazie alla sperimentazione realizzata nel 2018, Cambalache sta studiando modalità sempre più adeguate al coinvolgimento di target specifici, in particolare minori e soggetti vulnerabili.

È stato avviato il lavoro preparatorio alla replicazione del modello nel settore della saldatura, nell’ambito di un nuovo percorso di avvicinamento al lavoro sostenuto dalla Fondazione CRT.

È in cantiere l’idea di mettere a sistema il progetto nell’ambito delle attività dello SPRAR del Comune di Alessandria per garantirne la sostenibilità economica.