L’imprenditorialità dei nuovi arrivati – Comunicato stampa 26.1.2022
26 Gennaio 2022
Progetto “Cook&GO”
27 Gennaio 2022
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Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

Ente promotore

ASSOCIAZIONE LVIA

Quando

2021-2022

Dove

Il progetto si svolge nei Comuni di Orbassano, Rivalta e Piossasco in provincia di Torino.

Enti partner

I Comuni di Piossasco, Rivalta e Orbassano, il Consorzio Intercomunale di Servizi – CIDIS, l’Associazione Renken e l’Associazione Donne Africa Subsahariana e Seconda generazione – ADASS.

Gli ambiti di intervento

 

  • Formazione e sviluppo professionale
  • Tirocini e accompagnamento al lavoro
  • Matching domanda/offerta di lavoro
  • Rafforzamento delle competenze, alfabetizzazione ed educazione civica come strumenti per l’inserimento lavorativo
  • Diversity management e valorizzazione della diversità culturale e religiosa

Il target

Il target primario del progetto sono donne con background migratorio che si trovano in condizioni di estrema fragilità socio-economica.

Gli obiettivi

  • promuovere l’emancipazione, le competenze professionali e l’inclusione lavorativa e sociale delle donne in particolari condizioni di fragilità
  • valorizzare il ruolo delle donne vulnerabili, in particolare quelle con background migratorio, nella definizione delle politiche del lavoro e di inclusione sociale, principalmente attraverso il cibo
  • riformulare la narrazione sul fenomeno migratorio
  • coinvolgere i cittadini dei Comuni coinvolti nelle attività del progetto.

Le attività

Il progetto Comunità ed inclusione: femminili plurali si sviluppa a partire da una strategia di peer education che ha previsto la formazione delle tutor/mediatrici culturali, donne migranti che si sono ben integrate all’interno delle realtà territoriali coinvolte. Successivamente, le tutor hanno giocato un ruolo fondamentale nella ricerca e nel coinvolgimento delle donne migranti beneficiarie all’interno dei percorsi formativi del progetto e hanno fatto da ponte tra di esse e gli enti territoriali coinvolti. I percorsi di autonomia ed emancipazione previsti dal progetto comprendono un ampio ventaglio di attività il cui fil rouge è il cibo, ambito privilegiato nel quale specializzarsi ed acquisire competenze lavorative. Esse includono in primis laboratori e workshop culinari guidati da una donna chef del collettivo “Ricette d’Africa” e da altri esperti del settore a partire da ingredienti e ricette dei loro paesi d’origine. In armonia con la tematica del cibo, il progetto prevede spettacoli ed eventi con performances musicali accompagnati da cene o contest in cui verrà dato risalto al cibo allo scopo di favorire la condivisione ed il dialogo fra culture. Alle donne beneficiarie verrà anche offerta la possibilità di raccontarsi tramite diverse forme di storytelling, come foto, video, graffiti, durante eventi pubblici o allestendo le cosiddette “Biblioteche viventi” per ridurre la distanza con le società di destinazione. Inoltre, il progetto prevede workshop e seminari di approfondimento su tematiche diverse legate al riconoscimento ed alla tutela dei diritti delle donne coinvolte, che verranno gestiti da relatori esperti nelle tematiche in oggetto. Infine, verrà dato spazio al dialogo ed al confronto sulla risoluzione delle problematiche relative ad un target fragile e spesso poco visibile come quello delle donne migranti tramite incontri strutturati con i decisori politici.

 

Le fonti di finanziamento

Ad oggi, il progetto viene realizzato grazie ai contributi finanziari ed organizzativi offerti dalla Fondazione Compagnia di San Paolo nell’ambito del Bando “Territori inclusivi” promosso in collaborazione con Fondazione CRC e con l’adesione di Fondazione De Mari.

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Nonostante il progetto sia nella sua fase iniziale, i risultati quantitativi sono già evidenti e dimostrati dal coinvolgimento di circa 25 donne migranti in condizione di fragilità socio-economica per Comune partecipante. Per quanto riguarda invece gli enti, ad oggi circa 20 associazioni sono state coinvolte nelle attività del progetto.

 

I risultati ottenuti in termini qualitativi

A livello qualitativo, la strategia di peer education adottata per rintracciare le donne che oggi fanno parte del progetto, che prevede il coinvolgimento e la formazione di donne migranti già integrate nei territori dei Comuni che possano fare da ponte e da mediatrici per rintracciare e coinvolgere le beneficiarie del progetto, è stata e sarà decisiva per il futuro sviluppo del progetto perché andrà ad ampliare ulteriormente la rete dei contatti e dei beneficiari coinvolti. Inoltre, è fondamentale menzionare anche la collaborazione con enti gastronomici e ristoranti che arricchiscono il ventaglio delle opportunità di formazione e lavorative delle destinatarie, permettendo loro di acquisire nuove competenze e/o rafforzare quelle già acquisite e di ampliare le loro prospettive professionali future sia all’interno che all’esterno del progetto. Ad oggi, alcuni di questi enti si sono dimostrati disponibili per l’attivazione di 15 tirocini in ambito culinario presso le proprie sedi.

 

I punti di forza

Il primo punto di forza del progetto è l’ampio spettro di attività e opportunità offerte alle beneficiarie sia a livello professionale che culturale. I percorsi previsti dal progetto consentono alle donne non solo di rafforzare e acquisire competenze in ambito gastronomico e culturale ma anche di dialogare e di condividere tradizioni ed esperienze tramite i workshop e gli eventi organizzati, superando così molte delle difficoltà insite nelle società riceventi. Un altro punto di forza è rappresentato dall’innovativa strategia di peer education adottata per rintracciare le donne migranti e coinvolgerle nel progetto e nel sistema di accompagnamento e formazione degli operatori che si occuperanno direttamente delle attività previste ideato dall’ente finanziatore. Infine, un ulteriore punto di forza si può rintracciare nel contributo e supporto offerto dagli stakeholder e dagli enti come ristoranti ed associazioni che contribuiscono ad ampliare il ventaglio di opportunità, soprattutto lavorative e di formazione, per le donne migranti.

 

Le criticità

La principale criticità riscontrata riguarda il coinvolgimento dei Comuni in quanto risulta più difficile implementare un progetto con numerose attività e nell’arco di tempo di 18 mesi, come quelle pensate da Comunità femminili plurali, in realtà quali quelle dei Comuni coinvolti nelle quali questo genere di progetti rappresenta una novità.

Le prospettive future

Tra le prospettive future, il progetto si è posto diversi obiettivi sia quantitativi che qualitativi

  • coinvolgere circa 300 donne in condizione di fragilità (attualmente sono 75 donne) e 9000 cittadini nelle attività del progetto
  • attivare 15 tirocini per le donne coinvolte con gli enti e i ristoranti che fanno parte del progetto
  • creare fondi premianti per idee imprenditoriali legate al settore food.

Inoltre, il progetto si pone l’obiettivo di incidere in maniera decisiva sulle politiche, sulle strategie e sugli approcci locali di inclusione lavorativa e sociale implementate dai decisori politici e dagli stakeholder. Fondamentale risulta anche l’obiettivo di impostare diversamente la narrazione del fenomeno migratorio, sviluppando un kit di strumenti per riformularla, sensibilizzando il più possibile i cittadini e coinvolgendoli nelle attività organizzate.

 

Aggiornato a gennaio 2022