Progetto “MEP (Modelling Employability Process for Refugees)”
1 Marzo 2021
Marchesini Group S.p.A.
2 Marzo 2021
Progetto “MEP (Modelling Employability Process for Refugees)”
1 Marzo 2021
Marchesini Group S.p.A.
2 Marzo 2021

Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

Thinking Talent_II

Le organizzazioni promotrici

FONDAZIONE ADECCO PER LE PARI OPPORTUNITÀ

UNHCR ITALIA

SERVIZIO CENTRALE SAI/SIPROIMI

 

Enti partner

Vari soggetti – pubblici, associativi e profit – nelle rispettive reti degli enti promotori.

Quando

Gennaio 2020 – Dicembre 2020

Dove

Territorio nazionale

 

Gli ambiti di intervento

      • Formazione e sviluppo professionale
      • Tirocini e accompagnamento al lavoro
      • Welfare aziendale e responsabilità sociale d’impresa
      • Diversity management e valorizzazione della diversità culturale e religiosa

 

Il target

Il progetto si rivolge in prima istanza a operatori attivi nel sistema di accoglienza delle persone rifugiate e al mondo delle aziende, per rafforzarne, nel primo caso, le competenze nei processi di orientamento/formazione/accompagnamento al lavoro e, nel secondo caso, il coinvolgimento nell’inclusione lavorativa di persone rifugiate. Target di secondo livello del progetto sono, quindi, da considerare i migranti rifugiati che potranno beneficiare dei suoi risultati attraverso specifiche opportunità di inserimento lavorativo.

L’obiettivo

Elaborata a partire dall’esperienza e dall’analisi di risultato relative a precedenti collaborazioni progettuali tra i soggetti promotori, l’iniziativa ha lo scopo complessivo di incrementare e diversificare le opportunità di occupazione per i rifugiati allineandole alle loro competenze (possedute e potenziali) e aspettative. Ciò si articola in due sotto-obiettivi distinti ma interdipendenti

a) il rafforzamento delle competenze degli operatori dell’accoglienza tramite attività mirate di training e capacity development

b) il rafforzamento del livello di coinvolgimento delle imprese nei percorsi di inclusione dei rifugiati, in diretto collegamento con l’iniziativa di UNHCR “#Welcome – Working for refugee integration: un riconoscimento rivolto alle aziende e alle organizzazioni che si distinguono maggiormente per le politiche di inclusione di successo di rifugiati”.

Le attività

Il progetto prevede tre macro-aree di attività, alcune delle quali in corso di completamento.

1. Capacity development per operatori del sistema nazionale di accoglienza. Grazie alla partecipazione – tra gli enti promotori – del Servizio Centrale SAI/SIPROIMI, è stato selezionato un gruppo di 21 operatori senior dell’accoglienza, ai quali è stata erogata una formazione volta a rafforzare il repertorio di competenze per la costruzione di progetti di inclusione dei rifugiati nel mondo del lavoro. A loro volta, gli operatori formati hanno successivamente contribuito al trasferimento di competenze e best practices ad altri 140 operatori della rete SAI/SIPROIMI, tramite la realizzazione di 6 webinar dedicati ai seguenti temi

  • la prospettiva “diversity & inclusion” come approccio creativo al dialogo con le imprese finalizzato a porre la categoria dei rifugiati al centro delle politiche inclusive aziendali;
  • la corporate partnership come strumento di un “cambio di paradigma” attraverso cui costruire ponti e un linguaggio comune tra attori profit e pubblici/non-profit;
  • i modelli di problem-solving e il pensiero divergente, intesi come risorse fondamentali per attivare molteplici risposte a particolari problemi, tanto più in tempi di crisi e in un scenario (post-) Covid-19;
  • le azioni di sistema nell’inclusione, con riferimento alla rilevanza delle relazioni tra servizi territoriali, dell’ibridazione tra competenze dei settori pubblico e privato e del welfare generativo di prossimità per un’efficace collaborazione nei processi di inclusione socio-lavorativa;
  • l’educazione al lavoro, con l’accento sul ruolo – nelle attività di orientamento, formazione e accompagnamento svolte coi rifugiati – di una costante riprogettazione delle traiettorie di vita personale secondo le dimensioni del “life design” (adattabilità, flessibilità, narrazione, azione);
  • il passaggio dall’integrazione all’occupabilità, con un focus sull’employability tool quale strumento basato sulla formazione continua delle competenze professionali, trasversali ed emozionali e sulla veloce adattabilità ai cambiamenti di contesto.

2. Networking con stakeholder pubblici. Questa linea di azione prevede il benchmarking di attività e progetti specifici di inclusione, nonché l’organizzazione di un workshop coordinato da UNHCR rivolto agli stakeholder pubblici e finalizzato alla co-progettazione di strumenti e modelli di intervento per migliorare i percorsi di inclusione lavorativa dei rifugiati.

3. Coinvolgimento delle imprese. Si prevede, in particolare, l’organizzazione di due eventi altamente partecipati per sensibilizzare o ulteriormente “ingaggiare” il mondo d’impresa rispetto alla realizzazione di percorsi di inclusione lavorativa dei rifugiati.

Sono, inoltre, appena terminate due attività rispettivamente collegate alle precedenti macro-aree A e C.

La prima coincide con una fase di sperimentazione della metodologia acquisita con il capacity development degli operatori, attraverso l’attivazione di 15 percorsi di inclusione per rifugiati attraverso l’employability tool.

La seconda attività consiste nella creazione di due specifici strumenti indirizzati alle imprese coinvolte per incrementare l’efficacia della gestione e i risultati dei percorsi di inclusione realizzati in azienda: a) un template di attestazione delle competenze da rilasciare al beneficiario a conclusione dell’esperienza di inserimento lavorativo; b) un report narrativo dal titolo “Se io fossi un’azienda” per la valorizzazione del capitale umano dei rifugiati nelle imprese, costruito sulla scorta della rilevazione delle attese e delle esperienze degli stessi rifugiati e finalizzato a dare indicazioni alle aziende sul percorso di inclusione.

Le fonti di finanziamento

Risorse dei promotori e partner del progetto.

 

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Attraverso le fasi del progetto definitivamente implementate, si è, in particolare, realizzata la formazione avanzata (come expert coaches) di 21 operatori senior della rete SAI/SIPROIMI, che ha a propria volta favorito il trasferimento di conoscenza e modelli di intervento a 140 ulteriori operatori del sistema di accoglienza su temi rilevanti ai fini del rafforzamento delle opportunità occupazionali per le persone rifugiate (orientamento al lavoro, corporate partnership con le imprese, supporto al primo inserimento, ecc.).

 

I risultati ottenuti in termini qualitativi

Più ampiamente, l’attuazione del progetto sta permettendo di conseguire due risultati significativi. L’uno riguarda l’integrazione coerente con precedenti iniziative progettuali dei soggetti promotori nel campo dell’inclusione socio-lavorativa di persone rifugiate (o anche richiedenti asilo), la cui portata viene valorizzata – ma anche ulteriormente sviluppata – grazie al focus distintivo del progetto. Il secondo beneficio consiste nel rafforzamento della partnership di collaborazione e delle opportunità di reciproco apprendimento tra Fondazione Adecco, UNHCR Italia e Servizio Centrale SAI/SIPROIMI quali attori complementari – per i propri rispettivi ruoli e missioni “istituzionali” – nella costruzione e implementazione di iniziative finalizzate all’integrazione lavorativa dei rifugiati.

 

I punti di forza

In generale, si possono identificare almeno tre fattori centrali alla base dello sviluppo positivo del progetto:

a) le risorse iniziali già acquisite dai main partners in termini di competenze e partecipazione a network multistakeholder (in primis, coinvolgenti proprio gli stessi enti promotori) nell’area delle iniziative per l’inclusione delle persone rifugiate;

b) l’impostazione del progetto secondo una logica di dialogo e interdipendenza tra i settori pubblico/non-profit e profit, fondando in particolare il coinvolgimento delle imprese sulla condivisione di una prospettiva attenta al valore dell’inclusione della diversità per le stesse strategie e prestazioni aziendali;

c) il ruolo attivo ricoperto dagli operatori del sistema di accoglienza coinvolti non solo come fruitori della parte  dell’iniziativa dedicata al capacity development ma anche come suoi “co-produttori”, con impatti rilevanti sia per questa fase progettuale, sia per il completamento delle altre macro-azioni previste.

 

Le criticità

Relativamente alle fasi implementate, non si riportano specifiche criticità nello svolgimento delle attività programmate.

 

Le prospettive future

A parte l’impegno in corso in vista del completamento delle azioni previste, per i soggetti promotori i risultati acquisiti attraverso “#Design Thinking Talent for Refugees” costituiranno sicuramente una base e una risorsa importanti per la definizione della loro successiva agenda progettuale per la promozione dell’inclusione socio-occupazionale delle persone rifugiate.

 

Aggiornato al 23.12.2020