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L’ente promotore

PARCO NORD MILANO

Gli enti partner

OrtoComuneNiguarda è un’associazione di promozione sociale nata da un processo partecipativo di cittadini del quartiere avviato e sostenuto da Parco Nord Milano. Nel tempo altri enti hanno sostenuto l’attività dell’associazione, in particolare la Cooperativa Sociale Diapason.

Quando

Dopo una call, rivolta alla cittadinanza, lanciata nel 2014, nel 2015 è nata l’associazione OrtoComune Niguarda.

Dove

A Milano, in particolare nel quartiere Niguarda

Gli ambiti di intervento

  • Tirocini e accompagnamento al lavoro

Il target

Il progetto si rivolge innanzitutto agli abitanti del quartiere Niguarda, ma attira a sé cittadini provenienti da altre zone di Milano, di diversa fascia d’età, estrazione sociale e origine culturale. Si sono ad esempio formati gruppi di anziani, di migranti e di donne che si occupano della cura dell’orto o del giardino delle piante aromatiche. Nel fine settimana l’orto gode delle cure di molte famiglie con bambini.

L’obiettivo

OrtoComuneNiguarda si propone di promuovere la coesione sociale all’interno del quartiere Niguarda e, più in generale, nel tessuto cittadino, attraverso la cura dell’ambiente e un percorso di avvicinamento alla natura.

Le attività

Le attività, legate principalmente all’orticoltura e all’apicoltura, si svolgono su un terreno di circa mezzo ettaro che, affidato dal Comune di Milano alla gestione dell’Ente Parco Nord, è stato da questo messo a disposizione dell’associazione.

Il campo è suddiviso in dieci aree, ciascuna dedicata a differenti colture. L’attività agricola e apicola è coordinata da un agronomo, con background migratorio, socio dell’associazione e inizialmente messo a disposizione dall’ente Parco. I volontari si occupano della gestione dell’orto. L’attività è sostenuta anche da tirocinanti migranti, solitamente rifugiati o richiedenti asilo ospiti dei CAS o degli SPRAR di Milano, inseriti presso l’associazione attraverso l’intermediazione del Ce.Lav. o di Mestieri Lombardia. Tendenzialmente i volontari anziani e i tirocinanti migranti posseggono, per esperienza personale, le competenze di base necessarie per il lavoro.

Lo spazio – in particolare l’apiario – è inoltre frequentato da studenti di scuola primaria e secondaria che qui svolgono laboratori e tirocini curricolari, oltre che da ragazzi iscritti ai centri estivi, che nella stagione calda possono avvicinarsi ad attività di apicoltura.

I prodotti del lavoro vengono distribuiti tra i soci o sono utilizzati per preparare pranzi comunitari. Questi momenti di festa, che spesso prevedono la preparazione di pietanze tradizionali delle regioni o dei paesi di provenienza dei volontari, rappresentano occasioni di convivialità in grado di coinvolgere molti abitanti del quartiere, anche tra quelli non abitualmente dediti alla cura dell’orto. Altrettanto di richiamo sono gli showcooking organizzati presso l’orto grazie al supporto della food blogger Marzia Riva (già coordinatrice di Joia Academy), nonché abitante del quartiere Niguarda.

In alcune occasioni e nei periodi di maggior produzione, le eccedenze sono state regalate alla Caritas parrocchiale o a famiglie bisognose. In altri casi sono state utilizzate per fundraising a favore delle attività dell’associazione o a scopo promozionale.

Le fonti di finanziamento

I finanziamenti per l’avvio del progetto provengono dal Parco Nord. Altri fondi sono stati ottenuti sulla base di attivazione di progetti specifici finanziati da Fondazione Cariplo, Unione Buddista Italiana, Comune di Milano e Ce.Lav./Mestieri Lombardia (per la corresponsione delle indennità di tirocinio).

Le quote di iscrizione, le donazioni dei soci e gli eventi di fundraising rappresentano ulteriori forme di auto-finanziamento.

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Gli iscritti all’associazione sono ad oggi ca. 130. I tirocinanti migranti ospitati sono stati 16, di cui 2 hanno successivamente trovato impiego nel comparto agricolo.

I risultati ottenuti in termini qualitativi

Il lavoro della terra ha consentito la conoscenza tra mondi e l’incontro tra storie. Intorno all’orto sono state intessute relazioni interpersonali in grado di abbattere, a poco a poco, le diffidenze e le barriere tra persone che inizialmente si percepivano come distanti.

Esemplificativa in questo senso è l’esperienza realizzata dall’associazione nel campo della coltura di ortaggi esotici, come ad esempio l’ocra, il kangkong, il pak-choi e il chayote, nei confronti dei quali soprattutto gli ortisti anziani hanno inizialmente dimostrato diffidenza. Nel tempo, grazie alla degustazione di pietanze basate su questi prodotti e al racconto di persone migranti abituate a tali ortaggi, il senso di diffidenza si è trasformato in consuetudine e apprezzamento.

I punti di forza

L’esperienza ha acquisito una grande visibilità nel contesto cittadino, soprattutto grazie al supporto dell’Ente Parco Nord e a diversi eventi pubblici organizzati in collaborazione con il Comune di Milano.

Le criticità

Il coinvolgimento di volontari giovani è ancora scarso. È intenzione dell’associazione impegnarsi per accrescere l’attrazione esercitata dall’esperienza sulle nuove generazioni.

Le prospettive future

L’associazione auspica di poter ampliare nel tempo la tipologia di utenti anche attraverso una maggiore differenziazione di offerta di attività legate ai temi di cui si occupa, pur mantenendosi fortemente ancorata al contesto sociale di riferimento.

L’associazione intende ampliare la rete di relazioni che si stanno strutturando intorno all’orto al fine di migliorare sia la partecipazione dei cittadini alla vita di quartiere sia la qualità di vita degli stessi.

 

#Lombardia
#Coesionesociale
#agricolturasociale
#volontariato

 

Aggiornato a aprile 2020.

 

Questo progetto – realizzato dall’ente promotore – è stato selezionato per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.