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Questa iniziativa – realizzata dall’ente promotore – è stata selezionata per la Mappatura delle buone pratiche per l’inclusione lavorativa di migranti e rifugiati curata dal Settore Economia e Lavoro di Fondazione ISMU ETS.

Ente promotore

Il Capofila del progetto Reilab è stata la Regione Abruzzo

Enti partner

Reilab è stato realizzato dalla Regione Abruzzo in partenariato con un’ATS che include un ampio ventaglio di associazioni ed organizzazioni Non Profit della stessa Regione Abruzzo: On the Road Società Cooperativa Sociale, Associazione Focolare Maria Regina Onlus, Società cooperativa sociale Horizon Service, Associazione SMILE Abruzzo, Azienda Pubblica Di Servizi Alla Persona Provincia Di Pescara, Arci Comitato Provinciale di Pescara, Associazione Progetti Sociali, ACLI Abruzzo.

Quando

Reilab è stato avviato nel 2018 e sarebbe dovuto terminare nel 2020. Si è concluso nel mese di dicembre 2022, in quanto sono state erogate due proroghe onerose. 

Dove

Il progetto ha interessato l’ambito territoriale della Regione Abruzzo

Gli ambiti di intervento

  • Orientamento alla ricerca attiva del lavoro
  • Bilancio e riconoscimento delle competenze
  • Matching domanda/offerta di lavoro             

Il target

I destinatari delle attività sono stati principalmente cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti in possesso di un permesso di soggiorno che consentisse lo svolgimento di un’attività lavorativa. Essi sono stati coinvolti tramite i servizi territoriali, un totale di 9 sportelli a vasta soglia presenti sul territorio e gestiti dagli enti partner, e una campagna di sponsorizzazione diffusa sui canali social dei soggetti appartenenti alla partnership. Inoltre, alcune attività sono state rivolte al sistema dei servizi territoriali e al sistema delle aziende locali 

Gli obiettivi

Il progetto Reilab è stato finalizzato a creare un piano regionale volto a formalizzare e consolidare un sistema innovativo di servizi per l’inserimento lavorativo dei cittadini di paesi terzi. A tal fine, il progetto si è proposto di implementare servizi che fossero in grado di interagire con un’utenza culturalmente non omogenea e strutturare le fasi della progettazione personalizzata, facendo dialogare i bisogni e le aspettative dei beneficiari con le caratteristiche del mercato del lavoro locale. 

Le attività

Il progetto Reilab è stato strutturato nelle seguenti attività 

  • Una prima fase si è posta l’obiettivo di rilevare le difficoltà riscontrate dai servizi territoriali nella relazione con l’utenza straniera. In questo modo, è stato possibile fare emergere e mappare i suoi bisogni e su questa base sono stati impostati i successi moduli formativi. Le principali criticità riscontrate riguardano l’assenza di interventi di rete e la mancanza di mediatori culturali nelle strutture, da cui deriva un basso accesso ai servizi da parte delle persone migranti 
  • Una seconda fase di capacity building, condotta tramite Focus Group e rivolta al sistema dei servizi territoriali con erogazione online, è stata incentrata sulla relazione con l’utenza straniera (a partire dalla normativa in materia di immigrazione fino agli strumenti di comunicazione interculturale) 
  • Una terza fase ha previsto l’attivazione e la gestione di sportelli a bassa soglia di orientamento e inserimento lavorativo, attraverso i quali sono state erogate attività di orientamento al lavoro, messa in trasparenza e bilancio di competenze e tutorship. Attraverso i piani di azione individualizzati è stato concordato con il beneficiario un obiettivo a breve/medio termine verso il quale sono state realizzate le azioni successive. Tuttavia, poiché l’Avviso non prevedeva linee di spesa a favore di destinatari, si è resa necessaria la creazione di una rete con altri enti del territorio per attingere alle misure di politica attiva presenti volte alla formazione professionalizzante (attivazione di tirocini extracurricolari, Garanzia Giovani)
  • In un’ultima fase, il progetto ha previsto la realizzazione di attività di engagement rivolte al sistema delle aziende locali: Job Club, momenti di sensibilizzazione, workshop e matching tra domanda e offerta di lavoro. 

 

Le fonti di finanziamento

Programma Nazionale del Fondo Asilo Migrazione e Integrazione (FAMI) 2014-2020 dell’Unione Europea – Cod. Prog. 2425, CUP n. C29F18000200006.

I risultati ottenuti in termini quantitativi

Il progetto ha raggiunto 1073 beneficiari con background migratorio, di cui 327 beneficiari di genere femminile e 764 di genere maschile. Le nazionalità maggiormente rappresentate sono state Nigeria (352), Senegal (156), Pakistan (77), Ucraina (61) e Bangladesh (43). Sono inoltre stati condotti 450 bilanci di competenze e prodotti 520 profili individuali di occupabilità e 440 piani di azione individualizzata. 150 sono state le aziende regionali coinvolte nelle diverse attività di engagement. 

 

I risultati ottenuti in termini qualitativi

Il progetto ha raggiunto molteplici risultati positivi in termini qualitativi

  • ha posto le basi per la creazione di una rete di servizi regionali finalizzata all’inserimento lavorativo di cittadini di paesi terzi e che ha centralizzato il know how prodotto nel corso del progetto; 
  • ha sensibilizzato gli enti del terzo settore attivi sul fronte dell’inclusione sociale e del contrasto all’emarginazione
  • ha concorso a legittimare il valore delle aspirazioni professionali dei cittadini stranieri, contribuendo a decostruire lo stereotipo del lavoratore straniero come mera forza lavoro iperadattabile
  • ha permesso di valorizzare l’importanza degli strumenti di messa in trasparenza e riconoscimento delle competenze non formali e informali. 

 

I punti di forza

Il punto di forza nel progetto risiede nella conformazione del partenariato. La presenza di enti pubblici, enti del terzo settore, aziende, agenzie per il lavoro e associazioni di categoria all’interno della rete dei soggetti aderenti ha consentito di coinvolgere nella riflessione sul tema una pluralità di attori. In modo particolare, inoltre, le aziende partecipanti si sono appoggiate ad alcune delle cooperative presenti nel partenariato per realizzare successivi inserimenti lavorativi.

 

Le criticità

Una prima criticità, emersa dai Focus Group condotti con gli operatori degli enti pubblici, riguarda la scarsa conoscenza della normativa in materia di immigrazione da parte di questi soggetti. È stato messo in luce l’effetto “a catena” di questa carenza su tutto il percorso di integrazione sociale e lavorativa. 

Una seconda difficoltà è legata al target del progetto. È stato necessario esplicitare e illustrare a molti beneficiari l’esistenza di un sistema-lavoro e di elementi quali il contratto di lavoro. Inoltre, ci si è confrontati con la scarsa scolarizzazione dei beneficiari e, sovente, col loro basso livello di padronanza della lingua italiana, aspetti che costituiscono un terreno fertile per il coinvolgimento in lavori irregolari e che diventano un ostacolo non solo per la ricerca di un impiego (a partire dalla stessa fase di selezione), ma anche per l’iscrizione a corsi di formazione professionale (molti dei quali richiedono la licenza di terza media). Infine, nella fase di stesura del piano d’azione individualizzato, è emerso il tema della precarietà lavorativa dei beneficiari, soprattutto dettata da motivazioni economiche, e la conseguente necessità di accettare lavori instabili e spesso stagionali. Questo ha implicato l’impossibilità di stendere un piano di azione a medio-lungo termine, poiché, di frequente, i beneficiari cambiavano impiego con cadenza mensile. 

Le prospettive future

Mediante la nuova programmazione FAMI, vi è l’auspicio di porsi in continuità con il progetto Reilab e realizzare progettualità sullo stesso tema che si integrino con gli altri interventi già in atto. 

 

SITO WEB >>

CONTATTI
a.giammarino@ontheroad.coop 

Aggiornato a dicembre 2023