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S. Agostino. Società Cooperativa Sociale – Puglia

1) Nome e ragione sociale dell’impresa: S. Agostino Società Cooperativa Sociale – La Cooperativa Sociale S. Agostino, costituita da giovani e non, dell’omonima parrocchia, è maturata all’ interno del particolare cammino formativo comunitario, ma anche come segno del programma pastorale dello scorso anno: “Dio educa il suo popolo”. Il bisogno di occupazione, di realizzazione, di promozione del territorio ha spinto un gruppo di giovani a pensare alla possibilità di crearsi un lavoro qui, che potesse essere risposta a queste aspettative. La cooperativa sociale è quindi per i fondatori e per l’intera comunità, un’opera-segno, come la stele di Giacobbe, di un cammino di uomini visitati e accompagnati da Dio nel tempo. Essa è di diritto una ONLUS (organizzazione non lucrativa di utilità sociale) con lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità alla promozione umana e alla integrazione sociale dei cittadini. L’obiettivo è di andare oltre il mero assistenzialismo; si tratta di sperimentare un modello innovativo che offra il miglioramento globale della qualità della vita dell’ individuo nella sua integrità

2) Ubicazione dell’impresa: Piazza Sant’Agostino, 2 Andria (BAT).

3) Settore di attività: produzione di pane e di prodotti di panetteria freschi

4) Tipologia di servizi e/o prodotti: pane e prodotti di panetteria freschi

5) Numero totale di collaboratori: 11

6) Numero totale di collaboratori immigrati: 2

7) Numero totale di tirocinanti immigrati: /

8) Numero di eventuali collaboratori rifugiati e/o richiedenti asilo: /

9) Numero di eventuali tirocinanti rifugiati e/o richiedenti asilo: /

10) Applicazione di dispositivi/iniziative istituzionali a favore dell’integrazione lavorativa e dello sviluppo professionale dei migranti:

La cooperativa nasce dalla volontà di creare lavoro in un contesto fortemente impoverito sia umanamente –molti giovani, infatti, tendono a lasciare la città per cercare fortuna al Nord o all’estero – che territorialmente – vista la presenza di molte terre confiscate alla mafia, ma lasciate in abbandono. Nella coltivazione delle terre confiscate, nella raccolta di materie prime utilizzate per la produzione dei prodotti, e nella realizzazione di un forno di comunità a servizio della città, c’è l’essenza della cooperativa che ha nella propria mission anche la volontà di aiutare fratelli che per tanti motivi all’interno del loro percorso di vita hanno trovato difficoltà ad inserirti quindi a realizzare un progetto di vita, come ad esempio i migranti. L’obiettivo è sempre stato quello di lavorare al fine di favorire il sostegno e l’inclusione anche lavorativa di persone in condizioni di svantaggio e di emarginazione, attraverso lo sviluppo di una rete solidale e attraverso il riconoscimento e la valorizzazione delle capacità di ciascuno.

11) Inquadramento delle pratiche di inclusione e valorizzazione lavorative dei migranti in modelli di business e/o strategie competitive socialmente responsabili:

La responsabilità sociale della cooperativa è una delle prerogative da cui è nata. L’intento è sempre stato quello di creare e offrire opportunità per favorire la promozione umana e l’integrazione sociale delle persone, qualsiasi esse siano. Le attività portate avanti dalla cooperativa sono sempre state ispirate alla volontà di agevolare l’inserimento nel mondo del lavoro, offrire continuità professionale e migliori condizioni personali e lavorative, garantendo la tutela dei diritti dei lavoratori. Ciò ha sempre garantito alla cooperativa di distinguersi per il suo modello di business e di crescere sotto il profilo umano e professionale, avvantaggiandosi della presenza di persone provenienti da diversi Paesi del mondo e di differenti estrazioni culturali e di vita. L’inserimento lavorativo di personale migrante è stato un esempio tipico di questo approccio alla gestione delle persone, riconoscendone il valore aggiunto in termini di competenze portato dai collaboratori stranieri all’interno della cooperativa.

12) Sviluppo di iniziative in cooperazione con altri soggetti, e/o partecipazione a reti strutturate di collaborazione, per l’integrazione lavorativa e lo sviluppo professionale dei migranti:

Due persone di nazionalità straniera sono dal 2015 parte integrante della cooperativa e ciò è stato possibile grazie all’adesione della cooperativa a progetti attuati da Caritas diocesana volti a favorire l’inserimento di personale migrante attraverso dei tirocini. A seguito dei tirocini attivati, della durata di 6 mesi, la cooperativa ha valutato molto valide e competenti queste persone a tal punto da offrire loro un regolare contratto di lavoro. Le loro grandi doti sono state l’impegno e lo spirito di abnegazione che hanno ritenuto essere delle caratteristiche strategiche per la cooperativa.

13) Azioni/iniziative fondamentali di diversity management a favore dei migranti:

La cooperativa non ha messo in atto delle vere e proprie iniziative di diversity, tradizionalmente intese, ma nelle prime fasi di inserimento lavorativo del personale migrante si è adoperata per cercare loro un alloggio, in quanto una delle difficoltà principali da loro riscontrate era quella di trovare la disponibilità di affittuari che gli concedessero contratti regolari. A questo scopo sono state utilizzate alcune strutture afferenti alla parrocchia del quartiere che ha rappresentato per loro un punto di riferimento importante e ha garantito l’inserimento nel tessuto sociale e comunitario, oltre che in quello lavorativo. È stato un vero e proprio lavoro di sistema, comunitario, che ha permesso di costruire una vera e propria rete a sostegno dell’inserimento e dell’integrazione dei migranti.

14) Eventuali impatti già riscontrabili:

Attraverso queste iniziative di inserimento lavorativo di personale migrante, la cooperativa ha dato un grande segnale alla comunità, contribuendo ad abbattere stereotipi e pregiudizi e a favorire l’integrazione sociale. Allo stesso tempo, i migranti che fanno parte della cooperativa oggi sono delle persone assolutamente inserite territorio e integrate sia a livello lavorativo che culturale che di vita. Uno di loro è riuscito anche a tornare per due volte in Gana, sua città natale, da turista durante il suo periodo di ferie a ragione del forte legame sviluppato con il territorio pugliese e del grande livello di integrazione.

Scheda realizzata da CAP (Centro per l’apprendimento permanente) – Università di Bari