1) Nome e ragione sociale dell’impresa: Vitale Robaldo Soc. coop. (www.vitalerobaldo.it)
2) Ubicazione dell’impresa: Alba (CN)
3) Settore di attività: Servizi
4) Tipologia di servizi e/o prodotti: Servizi di logistica, gestione magazzini, pulizie civili/industriali
5) Numero totale di collaboratori: 389 (diretti) + 100 interinali
6) Numero totale di collaboratori immigrati: 94
7) Numero totale di tirocinanti immigrati: 0
8) Numero di eventuali collaboratori rifugiati e/o richiedenti asilo: 2
9) Numero di eventuali tirocinanti rifugiati e/o richiedenti asilo: 0
10) Applicazione di dispositivi/iniziative istituzionali a favore dell’integrazione lavorativa e dello sviluppo professionale dei migranti:
Vitale Robaldo lavora da sempre a contatto con la diversità, essendosi sempre occupata di inserimento di soggetti italiani svantaggiati. Da due anni in particolare attiva tirocini per richiedenti protezione internazionale e immigrati. Forniscono personale nell’ambito di appalti per grossi cantieri, in cui vengono inserite anche 100 persone migranti. Le aziende tendenzialmente non sono a conoscenza dello status di rifugiato delle persone inserite, che operano accanto ad altri lavoratori.
11) Inquadramento delle pratiche di inclusione e valorizzazione lavorative dei migranti in modelli di business e/o strategie competitive socialmente responsabili:
Vitale Robaldo opera con un Sistema di Gestione integrato, conforme alle norme UNI EN ISO9001:2015 e BS OHSAS 18001:2007. La vision della società è lavorare mantenendo fede ai princìpi dettati dai valori della cooperazione che fanno perno sulla solidarietà interna ed esterna e sono importanti riferimenti aziendali. La Vitale Robaldo si dota di strumenti e indirizzi strategici atti ad assicurare sia la soddisfazione del cliente, sia un miglior posizionamento nel mercato dell’azienda. I principi della responsabilità sociale d’impresa, che vengono messi in pratica nella quotidianità operativa, non sono volutamente stati codificati e l’azienda ha scelto di non ottenere alcuna certificazione. L’operato responsabile della società risponde al seguente principio “si opera così perché si vuole, non perché si deve”. Non è escluso che in futuro l’azienda opti per una maggior formalizzazione a condizione che la codificazione o certificazione possa dare un effettivo vantaggio in termini di visibilità sul mercato senza far venire meno la spontaneità ispiratrice. L’approccio socialmente responsabile, pur non codificato, è stato reso possibile dalla volontà di alcune figure chiave della società che hanno agito come influencer.
12) Sviluppo di iniziative in cooperazione con altri soggetti, e/o partecipazione a reti strutturate di collaborazione, per l’integrazione lavorativa e lo sviluppo professionale dei migranti:
Vitale Robaldo, che opera da oltre 30 anni ed è molto conosciuta sul territorio, è fornitrice di banche, GDO, industrie alimentari e tessili, ospedali e case di riposo, pubblica amministrazione, ristoranti e scuole. È inoltre fornitrice di numerose aziende, tra cui il Gruppo Miroglio (tessile), Ferrero Spa e altre grandi aziende del territorio. Collabora con cooperative sociali della zona (Coop. Orso, Alice onlus e altre), che inviano all’azienda gli immigrati per tirocini formativi e si occupano della fase di pre-inserimento (corsi di italiano e orientamento) e di pre-selezione.
13) Azioni/iniziative fondamentali di diversity management a favore dei migranti:
Presso Vitale Robaldo operano giovani di seconda generazione e persone di 27 diverse nazionalità (sono neodiplomati cittadini italiani che chiedono di fare lavori stagionali).
I lavoratori immigrati vengono inseriti per le loro abilità, soprattutto per le loro soft skill che fanno la differenza nelle mansioni non specializzate a cui sono adibiti (es. carico e scarico merci, immagazzinaggio, servizi di pulizie…).
14) Eventuali impatti già riscontrabili:
Gli inserimenti di tirocinanti/rifugiati generano l’80% di assunzioni dirette, percentuale decisamente più alta rispetto ai tirocini di soggetti italiani svantaggiati (in questo target si registrano molte più difficoltà). Si è riscontrato che le seconde generazioni (figli di immigrati) nella quotidianità del lavoro sono molto collaborativi con i rifugiati e dimostrano grande generosità (es. nell’arco di una settimana gli stranieri, che non sono automuniti e al massimo hanno una bicicletta, ottengono facilmente passaggi in auto dai colleghi).